Volgare

Il melograno – racconto di Gian Marco Ferone

A Giorgia.Le aveva portato qualcosa di rotondo, avvolto in una carta non sbiancata, ed era rimasto fermo sulla porta a guardarsi diventare ombra nel bagliore del legno, a farsi le ali col riflesso nei due vasi di ceramica ai lati: nel cielo nuvoleorche a ventre di carcinoscorpio facevano un idrolivido sul mare. Cadevano le prime...

L’uomo della neve – racconto di Miriam Palombi

Il gelido contatto con la mota aveva preservato i corpicini pressoché intatti. Avvicinandoli alle orecchie avrebbe potuto quasi sentirli miagolare; lo stesso lamento insistente e uggioso di quando, rosee appendici, erano sfuggiti dal ventre rigonfio della madre.Subito dopo quel primo vagito, i micini erano stati sottratti, col cordone di carne che li prosciugava lentamente, e...

Al buio bianco – racconto di Gian Marco Ferone

Certo, piangeva al pensiero delle cetonie capovolte, e non riusciva a stare seduta se d’inverno restava insepolto un passerotto nel giardino di casa; ma in realtà era malata, sempre presa a parlare alle cose invisibili che si mostrano nei posti in alto – soprattutto le cime degli armadi, cosa di cui ci si accorge quando...

Larunchia – racconto di Giorgia Distefano

Non era vero che ogni giorno terminava e ricominciava uguale a quello prima. Non era vero che ‘u cunfortu arrivava dalle cose semplici e ripetute; invece era attipu quando vedevi un lapuni tutto peloso che faceva tunnu tunnu per la stanza col caldo di metà luglio.Così mormorava Lilla a sua sorella Sarina.Siccome Lilla non parlava...

Il posto – racconto di Valentina Ramacciotti

«Quindi, una questione di temperatura?»«Non essendoci attività cellulari la termogenesi cessa. Quando si raggiunge la temperatura esterna, nei mesi invernali, si è già a buon punto. Ma non deve preoccuparsi questo è solo l’aspetto fisico, il vero cambiamento avviene in un altro stato dell’esistenza».Continuava a dargli del lei e questo produceva un certo distacco nella...

Mahare – racconto di Veronica Pennisi

Un incubo lo spaventava più di ogni altro. E tornava periodicamente, come le piogge settembrine. Nel sogno, due o tre donne volteggiavano nel ristretto cielo dell’isola. Le figure femminili svolazzavano a bassa quota. Forse per questo gli abitanti di Terra-Ferma le chiamavano così: Berte. Gli uccelli di mare che accarezzano le onde durante le tempeste....