Sacra

I giorni del Cane – racconto di Valentina Gogna

«Tienila ferma.»Braide s’aggrappò al vello vermiglio della bestia. Il padre di lama era svelto: un taglio netto, una nuova bocca nera di sangue a colare nell’albanella ch’egli reggeva colla sinistra. Il rubrido scartava, col lungo muso digrignato a mordere la penombra della cantina, l’occhio acquoso d’erbivoro dilatato in una pozza, il corpo di fiera premuto...

Qui e tutt’attorno, come roteante – racconto di Sarah Manciocchi Robak

Prima della nenia delle donne che più tardi sarebbero venute, strisciando le lunghe vesti tra le sterpi, dando nomi alle erbe, ai loro fiori e ai frutti, colmando l’aria nel vagheggiare la perfezione di quel primo ardore.I racconti che porto impressi nella memoria come li avessi scolpiti sulle ossa, i racconti ascoltati così a lungo...

A pranzo con le sante – racconto di Chantal Salvinelli

(…) a fare di te amica di terracreatura di fangolasciata a seccare al bordo della notte. Sì lasciati incrinarepiano piano argilla di paurae sputo di mano espertache dalla crepa entra il soffio e ti chiama viva.Chandra Livia Candiani La pallina di fango si arcua pesante nell’aria e si schiaccia contro l’affresco delle Tre Sante sbiadito nella...

Nyame si separa da Asase Yaa e Anansi costruisce una torre – racconto di Oscar Palessa

Un giorno Nyame, che era il Cielo, si separò da Asase Yaa, la Terra.La storia che lo racconta si dilunga fin da subito nell’elenco dei molti nomi di Nyame: Abommubuwafre, colui che consola; Bore Bore, il creatore; Amowia, colui che porta la luce; e il più importante di tutti, Amosu, colui che porta la pioggia....

Le voci cattive – racconto di Livio Santoro

In questo interminato sprofondo. In questa estesa forra ristretta. Ed erma e seclusa. La vita che ci è data procede. Procede comunque. Procede in orazioni e preghiere. Recitate in onore delle precipiti voci. Ed è una vita lunga di attesa. Di cui solo talvolta godiamo. Solo di rado. Quando al crepuscolo la speranza si scioglie....

La colpa – racconto di Cristina Eléni Kontoglou

Ero una bambina che uccideva grilli, spaccandoli sotto i sassi per crudeltà infantile, tra i cedri del Pentadaktylos. Dormivo sotto i lentischi, sulla nuca ghirlande di verbene. Mia madre, Cecri, mi rimproverava. Diceva che solo le rose e i giacinti intrecciati in corone di rami erano ammessi al palazzo per profumare la pelle e gli...