Il racconto del Diluvio di Noè

Il racconto del Diluvio di Noè

Il racconto biblico del Diluvio occupa i capitoli 6-9 del Libro della Genesi. Dio, Jahvè, insofferente della malignità e dell’iniquità degli uomini, decide la loro distruzione. Il Diluvio biblico è un atto di purificazione. Dio salva l’Uomo-Noè perché lo riconosce come il più saggio fra gli uomini. E salva anche la sua famiglia. E ordina loro di costruire un’arca per portare in salvo coppie di animali di ogni specie. Il Diluvio si abbatterà sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.

IL RACCONTO DEL DILUVIO DI NOE’

VI.
Quando gli uomini iniziarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per spose a loro scelta. Allora il Signore disse: Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni.
A quei tempi c’erano sulla terra i giganti, e anche dopo, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli. Sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.
Il Signore vide che la cattiveria degli uomini era grande sulla terra e che ogni recondito intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con lui, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli creati. Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
Questa è la discendenza di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. Noè generò tre figli: Sem, Cam e Iafet. Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. Dio guardò la terra e vide che essa era corrotta, perché ogni uomo aveva depravato la sua condotta sulla terra.
Allora Dio disse a Noè: È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza. Ecco, io distruggerò l’umanità insieme con la terra. Costruisci un’arca di legno di cipresso. Dividerai l’arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. Farai nell’arca un tetto e, a un cubito più sopra, la terminerai. Da un lato metterai la porta dell’arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore. Ecco, io sto per mandare il Diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni vivente. Quanto è sulla terra morirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell’arca insieme ai tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, introdurrai nell’arca due di ogni specie, per conservarli in vita assieme a te: siano maschio e femmina. Degli uccelli, secondo la loro specie, del bestiame, secondo la propria specie, e di tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie, due di ogni specie verrà con te, per essere preservata in vita. Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e fanne provvista: sarà di nutrimento per te e per loro.
Noè eseguì ogni cosa come Dio gli aveva comandato. Così fece.

VII.
Il Signore disse a Noè: Entra nell’arca con tutta la tua famiglia, perché sei un uomo giusto. Di ogni animale puro prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono puri un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti e cancellerò ogni essere che ho creato. Noè fece quanto il Signore gli aveva ordinato.
Noè aveva seicento anni quando arrivò il Diluvio, ossia le acque sulla terra. Noè entrò nell’arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per scampare alle acque del Diluvio. Degli animali puri e di quelli impuri, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo un maschio e una femmina entrarono, a due a due, nell’arca, come Dio aveva comandato a Noè.
Dopo sette giorni, le acque del Diluvio furono sopra la terra. Nel seicentesimo anno di vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti dell’Abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Scrosciò la pioggia per quaranta giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno entrarono nell’arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli. Essi e tutti i viventi, secondo la loro specie, e tutto il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, tutti i volatili, secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. Vennero dunque a Noè nell’arca, a due a due, di ogni carne in cui c’è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina di ogni carne, entrarono come Dio gli aveva comandato. Il Signore chiuse la porta dietro di lui.
Il Diluvio perdurò sulla terra quaranta giorni. Le acque crebbero e sollevarono l’arca, che si innalzò sulla terra. Le acque furono impetuose e crebbero molto sopra la terra e l’arca galleggiava sulle acque. Le acque furono sempre più impetuose sopra la terra e coprirono i monti più alti che stanno sotto il cielo. Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.
Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici morì. Così fu cancellato ogni essere che era sulla terra. Dagli uomini agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo. Essi furono cancellati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell’arca. Le acque furono travolgenti sopra la terra centocinquanta giorni.

VIII.
Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell’arca. Dio fece abbattere un vento sulla terra e le acque si abbassarono. Le fonti dell’Abisso e le cateratte del cielo si chiusero e trattennero la pioggia dal cielo. Le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. Nel settimo mese, il diciassette del mese, l’arca si posò sui monti dell’Ararat. Le acque andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti.
Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell’arca e fece uscire un corvo. Esso uscì andando e tornando, finché si prosciugarono le acque sulla terra. Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo. Ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell’arca, perché c’era ancora l’acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell’arca. Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall’arca e la colomba tornò a lui sul far della sera. Ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba. Essa non tornò più da lui.
L’anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra. Noè tolse la copertura dell’arca ed ecco, la superficie del suolo era asciutta. Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra si era prosciugata.
Dio ordinò a Noè: Esci dall’arca con tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli. Fa’ uscire con te tutti gli animali di ogni carne che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa.
Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli. Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo le loro specie, uscirono dall’arca.
Allora Noè eresse un altare al Signore, prese ogni sorta di animali e di uccelli puri e offrì olocausti sull’altare. Il Signore ne odorò il profumo gradito e disse in cuor suo: Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza. Né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e mèsse, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte: non cesseranno.

a cura di Gerardo Spirito

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