Mito del Diluvio di Ziusudra

Mito del Diluvio di Ziusudra

Su Calvario proponiamo il primo di una serie di testi sul Diluvio universale. Lo scopo dello studio è quello di esporre frammenti del pensiero antico sulle origini del mondo. I testi selezionati – mitici canonici o apocrifi – gettano uno sguardo sul mondo perduto precedente alla Grande Pioggia.
Il mito sumerico della creazione, o Genesi di Eridu, antecede brani quali il Mito di Atrahasis e l’Epopea di Gilgamesh, oltre che il racconto di Noé e dell’arca presente nella Genesi veterotestamentaria. Il testo ci è pervenuto su tavolette d’argilla rovinate dal tempo, e per questo manchevoli di alcuni frammenti. Protagonista è Ziusudra, re e sacerdote della città di Shuruppak – città sumerica antidiluviana che sorgeva nei pressi del fiume Eufrate – e figlio di Ubara-Tutu. La figura di Ziusudra ricorrerà in altri testi con nomi diversi: Atrahasis, nella versione paleobabilonese del mito, Utanapishtim, nell’Epopea di Gilgamesh, e Noé, nel libro della Genesi. Il brano proposto rappresenta la prima epica del Diluvio ad oggi conosciuta.

MITO DEL DILUVIO DI ZIUSUDRA

[…] Tenterò di impedire la distruzione della mia umanità; per Nintu, tenterò di fermare il massacro delle mie creature! Voglio che i popoli tornino alle loro terre. Siano tutte le loro città ricostruite: che l’ombra sia ristoro, che i mattoni di tutte le città siano collocati nei luoghi sacri, che tutte le […] dimorino nei luoghi sacri. Io porrò lì l’acqua pura che annienta il fuoco. Ho stabilito le regole divine: nei luoghi distrutti, farò che vi sia pace. Dopo che An, Enlil, Enki e Ninhursag ebbero creato le genti dalla testa nera, gli animali si moltiplicarono e popolarono ogni dove, animali di ogni taglia: i quadrupedi furono posti nelle pianure come ornamento […] Che io possa tenere in conto il loro diligente lavoro, il muratore possa gettare solide fondamenta. Quando lo scettro della regalità fu portato giù dal Cielo, dopo che l’augusta corona e il trono luminoso furono portati giù dal Cielo, Egli affinò le regole divine e pose i mattoni di quelle città in luoghi sacri. Diede loro dei nomi, stabilì le capitali. La prima di quelle città, Eridu, fu assegnata al signore Nudmmud; la seconda, Bad-tibira, fu assegnata alla santissima (Innana); la terza, Larak, fu data a Pabilsag; la quarta, Sippar, al sublime Utu; la quinta, Suruppak, a Sud. Non arginò il diluvio, ma lavorò il suolo e incanalò l’acqua, irrigando i fossati e disponendo la pulitura dei canali. […] Pianse allora Nintu sulle sue creature, a causa delle genti pianse Innana la pura, lo stesso animo fu interrogato da Enki. An, Enlil, Enki e Ninhursag, gli dei dell’Universo, giurarono sul nome di An e Enlil. In quel tempo Ziusudra era re e dispensatore di vaticini; edificò una capanna con devozione e timore, e si accampò lì, vivendo, giorno dopo giorno; sopraggiunse poi qualcosa che non era un sogno: parole di un patto stipulato tra Cielo e Terra. Ziusudra, dato che era accanto al muro, udì e disse: Muro laterale, ti devo parlare! Presta attenzione alle mie parole, presta l’orecchio al mio avviso: un Diluvio si abbatterà sui luoghi di preghiera e i figli degli uomini scompariranno. È una sentenza definitiva, la decisione dell’assemblea (divina). Per la parola detta da An, Enlil, Enki e Ninhursag, nella regalità il periodo di governo avrà fine. Adesso. […] I venti maligni e i venti di tempesta tutti insieme si adunarono. E il Diluvio imperversò sui luoghi. Per sette giorni e sette notti il Diluvio dilagò su tutto. Nel Diluvio il vento maligno sballottò l’arca. Poi apparve il sole, gettando luce su cielo e terra. Ziusudra creò un’apertura nell’arca in modo da permettere al sole di gettare i suoi raggi all’interno dell’arca. Ziusudra, comportandosi da re, si prostrò davanti al dio-Sole, e baciò la terra. E sacrificò buoi. E rese numerose le pecore da sacrificare. […] […] La distruzione si allontanò dalla terra. […] Ziusudra, comportandosi da re, si prostrò davanti ad An e Enlil, e baciò la terra. An e Enlil diedero a Ziusudra vita eterna, come un dio. A vita eterna, come un dio, lo elevarono. Allora a Ziusudra il re, colui che aveva protetto i figli degli uomini nell’avversità, fu concesso di vivere in un altro luogo, nel luogo di Dilmun, ove sorge il dio-Sole.

Bad-tibira: antica città sumera e antidiluviana sita in Mesopotamia.
Dilmun: luogo paradisiaco e primordiale degli antichi popoli mesopotamici. E il luogo dove Ziusudra, unico sopravvissuto al Diluvio, vivrà eternamente per grazia degli dèi.
Enki: dio sumero della saggezza e delle acque dolci.
Enlil: è la principale divinità della città sumera di Nippur. Ritenuto dio della tempesta e re della terra.
Innana: dea sumera della bellezza e della fecondità.
Larak: antica città sumera.
Ninhursag: è una divinità sumera, considerata alla stregua di una dea madre. Il suo nome significa: Signora delle colline sacre.
Nudmmud: altro epiteto di Enki, Ea o Ninsiku. Nudmmud è la divinità mesopotamica dell’acqua e della creazione.
Nintu: nel mito sumero è considerata la madre di tutti i viventi. Letteralmente: Colei che partorisce, o Signora delle nascite.
Pabilsag: divinità minore della terra di Sumer: è il dio custode della città di Larak.
Sippar: città che sorgeva lungo le rive orientali del fiume Eufrate.
Suruppak: si riferisce alla città di Shuruppak: antico centro sumero che sorgeva nei pressi del fiume Eufrate. Nel mito è considerato come il luogo del Diluvio.
Utu: dea sumera della tessitura e figlia di Enki e di Ninkurra.

a cura di Gerardo Spirito

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