Mito del Diluvio di Atrahasis

Mito del Diluvio di Atrahasis

Il mito di Atrahasis è un poema paleobabilonese pervenutoci attraverso tre tavole di cui conserviamo diversi frammenti in lingua accadica. Il testo, secondo alcuni studiosi, è ispirato al racconto sumero di Ziusudra. Atrahasis – in accadico “Grande Saggio” – è uno dei nomi attribuiti all’eroe del mito del Diluvio: fu re di Suruppak, sopravvisse al Diluvio e fu reso immortale dalle divinità. Il testo è convenzionalmente attribuito a Ipig-Aya, scriba originario di Sippar che visse sotto il regno del sovrano babilonese Ammi-saduqa.


MITO DEL DILUVIO DI ATRAHASIS

Tavola I (352-416)
Non erano ancora trascorsi milleduecento anni, ma la terra aveva prosperato grandemente: gli uomini erano diventati numerosi. La terra rumoreggiava come un toro. Dallo strepito (degli uomini) era perseguitato il dio. Enlil udiva il loro vociare. Si rivolse ai grandi dei: il vociare degli uomini è diventato insopportabile e a causa delle loro grida non riesco più a riposare. Fate che il morbo dei fremiti trabocchi. […] Vi era (al tempo) Atrahasis: Enki, il suo dio, lo teneva informato: Lui può parlare con il suo dio. E il suo dio può parlare con lui. Atrahasis parlò rivolgendosi al suo dio: Per quanto tempo (le divinità ci faranno soffrire?) […] Ci faranno patire le malattie? Enki parlò rivolgendosi al suo fedele: Convoca gli anziani. Riuniscili in assemblea nel tuo palazzo. E fa che gli araldi proclamino e generino fermento nel paese. Non dovete più rendere onore ai vostri dei. Non pregate più le vostre dee. Bussate alla porta di Namtar e offritegli pani cotti. Le offerte di farina saranno di suo gradimento, così che, rallegrato da loro, Egli allontanerà la sua mano. Atrahasis seguì l’ordine e convocò gli anziani nel suo palazzo e così parlò rivolgendosi a loro: Vi ho convocato, anziani. […] Smettete di rendere onore ai vostri dei. E smettete di pregare le vostre dee. Bussate alla porta di Namtar e offritegli pani cotti. Le offerte di farina saranno di suo gradimento e lo allieteranno e allontaneranno la sua mano. Gli anziani ascoltarono il discorso di Atrahasis. E si convinsero. E costruirono un tempio nella città in onore di Namtar. E ordinarono che gli araldi asseverassero e generassero fermento nel paese. E smisero di rendere onore ai loro dei. E smisero di pregare le loro dee. Bussarono alla porta del tempio di Namtar e gli offrirono pane cotto. E così allietato dalle offerte, Namtar ritirò la sua mano. E la malattia dei fremiti li abbandonarono ed essi ritornarono alla loro vita.

Tavola III (1-215)
Atrahasis parlò e disse al suo signore: Mostrami il significato dei sogni, che io possa conoscerlo e valutarne le conseguenze. Enki parlò e disse al suo fedele: Presta attenzione al messaggio che ti dirò. Muro, ascoltami. Canniccio, conserva le mie parole. Demolisci la casa e costruisci un’arca. Rinuncia alle ricchezze e cerca la Vita. Costruirai un’arca con un tetto come l’Abisso, così che il sole non possa entrarvi. Dovrà avere ponti superiori e ponti inferiori. La sua struttura dovrà essere robusta, e il bitume resistente. Poi farò scendere su di te abbondanza di uccelli e di pesci. Gli predisse che il Diluvio sarebbe arrivato dopo sette notti. Atrahasis ricevette il messaggio e radunò gli anziani nel suo palazzo e parlò loro: Il mio dio non va d’accordo con il vostro dio: Enki e Enlil litigano tra loro. Sono costretto ad andarmene. Poiché sarò per sempre fedele a Enki. Ed egli questo mi ha detto che non starò più nella vostra città e che non camminerò più sulla terra di Enlil: il mio dio. […] Il mangiatore mangiò, il bevitore bevve ma egli (Atrahasis) andava e veniva: […], non riusciva a piegarsi perché il suo cuore era frantumato, vomitava bile. […] Il giorno cambiò il suo aspetto. Adad tuonò tra le nuvole. Come (Atrahasis) udì la sua voce, fu portato del bitume e l’entrata fu sigillata. Dopo che ebbe sigillato la porta, Adad tuonò tra le nuvole, venti possenti si alzarono ed egli levò gli ormeggi e liberò l’arca. […] la tempesta […] furono soggiogati. Anzu con i suoi artigli graffiò i cieli, egli […] frantumò la terra come un coccio. […] apparve il Diluvio. Come una mazza da guerra si abbatté sulle genti: nella rovina nessuno poté più vedere l’altro. Il Diluvio rumoreggiava come un toro, il vento scuoteva come un onagro. L’oscurità si addensò e il sole si dileguò. […] Nintu, la grande dea, aveva le labbra piegate dall’orrore. Gli Alunna, i grandi dei, giacevano prostrati dalla fame e dalla sete. Vide la dea e pianse. […] Nell’assemblea degli dei, come ho potuto decidere insieme a loro la distruzione? È stato Enlil a impartire quest’ordine crudele. […] Li ho uditi gridare contro di me, contro il mio essere. […] Dov’è andato Anu, colui che ha deciso, i cui figli, gli dei, hanno approvato il suo ordine? Lui che imprudentemente ha determinato il Diluvio e raccolto la gente per il massacro? […] Ho visto e ho pianto per loro: potrò mai smettere di piangere per loro? Pianse dando sfogo al suo dolore. Nintu si lamentò e acuì il suo tormento. Con lei piansero gli dei per il paese. […] Il Diluvio durò sette giorni e sette notti. […] Egli (Atrahasis) posò […] preparò l’offerta […]. Gli dei sentirono il profumo: si ammassarono come mosche sull’offerta. […] L’arca vide l’eroe Enlil e si riempì d’ira contro gli Igigi: Noi, gli dei, i grandi Alunna avevamo stipulato tutti insieme un patto. Da dove spunta questa vita? Come ha potuto un uomo sfuggire alla distruzione? Anu parlò e disse all’eroe Enlil: Chi se non Enki avrebbe potuto fare ciò? […] ha rivelato il piano. Enki prese la parola e disse ai grandi dei: Io l’ho fatto. E ho fatto in modo che fosse preservata la vita. […] Così inviammo il Diluvio, ma un uomo è sopravvissuto alla distruzione. […] Possano (le divinità) ascoltare questo canto così da poterli lodare. E possano anche gli Igigi ascoltarlo così da celebrare la tua grandezza.

Adad: divinità sumera della pioggia e del vento, e figlio del dio Enlil.
Anu: è la suprema divinità uranica del pantheon sumero.
Enlil: è la principale divinità della città sumera di Nippur. Ritenuto dio della tempesta e re della terra.
Enki: dio sumero della saggezza e delle acque dolci.
Igigi: nella mitologia sumera, babilonese e assira, è un gruppo di divinità minori legata al dio Anu.
Namtar: nel mito sumero considerato divinità ctonia del fato e delle pestilenze.
Nintu: nel mito sumero è considerata la madre di tutti i viventi. Letteralmente: Colei che partorisce, o Signora delle nascite.

a cura di Gerardo Spirito

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