Incontro tra Abramo e Melchisedec

Incontro tra Abramo e Melchisedec

Le vicende narrate nel quattordicesimo capitolo del Libro della Genesi si fondano su un’origine antichissima. I nomi delle città cananee e dei re menzionati sono di difficile identificazione. Nel brano proposto – così come in molti altri racconti genesiaci – secoli e generazioni si mescolano procedendo simultaneamente. Nel capitolo quattordici, Abramo, il liberatore, il pacifico, rifiuta di allearsi con l’esercito cananeo, per poi entrare in guerra allo scopo di salvare suo nipote Lot. Fulcro della narrazione è l’incontro di Abramo con Melchisedec. Di quest’ultimo non si conosce né la provenienza né la genealogia. Viene descritto come re del regno di Salem (nella tradizione ebraica Shalem viene identificata come Gerusalemme, cfr. Sal 76,3; Gdt 4,4), re di pace e di giustizia e sacerdote del Dio Altissimo (El Elyon), da lui considerato Dio unico ed eterno, padrone del cielo e della terra. Nei Salmi il santo sacerdote è considerato precursore dei re davidici (cfr. Sal 110,4) e nella Lettera agli Ebrei come prefigurazione del Cristo (cfr. EB 5,5; 7,1-7,15-18). Il pane e il vino che Melchisedec offre ad Abramo, secondo alcuni studiosi, preconizzano l’offerta compiuta da Cristo nell’ultima cena.

INCONTRO TRA ABRAMO E MELCHISEDEC (Libro della Genesi, 14-1,24)

Lot catturato nelle battaglie tra i re — Lot salvato da Abramo — Melchisedec benedice Abramo — Abramo paga la decima — Abramo rifiuta di accettare il bottino della vittoria.

Accadde che al tempo di Amrafel re di Sinar, di Arioc re di Ellasar, di Chedorlaomer re di Elam e di Tidal re dei Goim, mossero guerra contro Bera re di Sodoma, Birsa re di Gomorra, Sinab re di Adma, Semeber re di Zeboim e contro il re di Bela, che è Zoar. Si raccolsero tutti nella valle di Siddim, che è il Mar Morto. Dopo dodici anni di schiavitù sotto Chedorlaomer, il tredicesimo anno insorsero. Nel quattordicesimo anno giunsero Chedorlaomer e i re che erano con lui e sconfissero i Refei ad Astarot-Carnaim, gli Zuzei ad Am, gli Emei nella pianura di Chiriataim e gli Urriti sulle montagne di Seir fino a El-Paran, che è presso il deserto. Tornati indietro, vennero a En-Mispat, che è Cades, e devastarono gli Amalechiti e anche gli Amorei che abitavano ad Azazon-Tamar. Allora il re di Sodoma, il re di Gomorra, il re di Adma, il re di Zeboim e il re di Bela, che è Zoar, uscirono e si schierarono in guerra nella valle di Siddim contro Chedorlaomer re di Elam, Tidal re dei Goim, Amrafel re di Sinar e Arioc re di Ellasar: quattro re contro cinque. La valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; messi in fuga, il re di Sodoma e il re di Gomorra vi caddero dentro, mentre gli altri fuggirono sulla montagna. I vincitori se ne andarono con le ricchezze e i viveri di Sodoma e di Gomorra. Presero anche Lot, figlio del fratello di Abramo, e tutti i suoi beni. Lot abitava a Sodoma. Uno degli scampati venne ad avvertire Abramo che presso le querce di Mamre abitava l’Amoreo, fratello di Escol e di Aner. E quando Abramo seppe che suo fratello era stato fatto prigioniero, armò trecentodiciotto dei suoi uomini più fidati, schiavi nati e cresciuti nella sua casa, e si diede all’inseguimento dei re fino a Dan. Divise il suo drappello e di notte li assalì e sconfisse e inseguì i pochi superstiti fino a Oba, a settentrione di Damasco. Recuperò i suoi beni, riportò indietro Lot e i suoi beni, le donne e il popolo tutto. E quando Abramo fu di ritorno, il re di Sodoma gli andò incontro nella valle di Save, che è la valle del Re. E Melchisedec, re di Salem, gli offrì pane e vino e lo benedisse con queste parole: “Sia benedetto Abramo dal Dio Altissimo, padrone del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio Altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici”. E Abramo gli diede la decima parte di ogni cosa. Il re di Sodoma disse ad Abramo: “Dammi le persone, e prendi per te tutti i beni”. Ma Abramo rispose al re di Sodoma: “Ho alzato la mano davanti all’Eterno, il Dio Altissimo, padrone del cielo e della terra, giurando che non ti avrei privato di neppure un filo né un laccio di sandalo, di nulla di ciò che ti appartiene; perché tu non abbia a dire, Io ho arricchito Abramo. Niente per me, se non quello che hanno mangiato i giovani, e la parte che spetta agli uomini che sono venuti con me: Aner, Escol e Mamre; essi prendano la loro parte”.

                                                                                                       a cura di Gerardo Spirito

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