Come è sopra, così è sotto – macrocosmo e microcosmo nel pensiero ermetico
Redazione2024-10-07T07:41:29+02:00Quod est superius est sicut quod inferius,
et quod inferius est sicut quod est superius.
dalla Tavola Smeraldina, attribuita a Ermete Trismegisto
Figura dai connotati mitologici e iniziatore di un pensiero peculiare e quantomai attuale, Ermete Trismegisto è associato al dualismo uomo-dio, ed è emblema di un certo sincretismo che vede nelle divinità dell’antichità una matrice unica. Sarebbe stato infatti conosciuto come Ermes nell’antica Grecia, come Thot per gli egizi, ma anche come Idris o Hadores o Tauto rispettivamente per arabi, ebraici e fenici. Il suo culto e i suoi insegnamenti sono stati tramandati per via orale e secondo molti studiosi sarebbero alla base di gran parte delle dottrine iniziatiche diffusesi nell’antichità, dallo gnosticismo al credo orfico-pitagorico. La raccolta del pensiero ermetico si deve però al monaco Leonardo da Pistoia che nel XV secolo reperì il Corpus Hermeticum e lo consegnò a Cosimo de’ Medici, che a sua volta ne incaricò la traduzione a Marsilio Ficino. Gli studi filologici e storiografici ci riportano in ogni caso a versioni di epoca bizantina e la convalida dell’effettiva antichità della raccolta è stata confermata dalla scoperta di alcuni brani del Corpus nel prezioso ritrovamento avvenuto a Nag Hammadi nel 1945.
Per secoli le dottrine ermetiche sono state oggetto di studi non solo storiografici ma anche e soprattutto alchemici, occulti, parascientifici. Sono state oggetto d’enorme interesse per la scrittrice e mistica Madame Blavatsky – co-fondatrice della Società Teosofica – nonché base teorica e pratica per gli argomenti del Kybalion, libro del 1908 attribuito comunemente a William Atkinson che ne riassume la filosofia in sette punti:
1) Il principio del mentalismo
2) Il principio di corrispondenza
3) Il principio della vibrazione
4) Il principio di polarità
5) Il principio del ritmo
6) Il principio di causa-effetto
7) Il principio di genere
Sebbene ognuno di questi principi sia indissolubilmente legato agli altri – e in maniera talmente stretta da apparire talvolta come concettualmente sovrapponibile in termini conclusivi – e ognuno meriti un approfondimento a se stante, risulterebbe operazione estremamente complessa il soffermarci sul Kybalion nella sua interezza. Questa breve trattazione, di fatti, non vuole che essere un’introduzione a uno studio più ampio, un invito all’approfondimento, un insieme di pensieri non esaustivi sull’argomento. Dato il vincolo legato al medium, scegliamo quindi di indugiare sul principio di corrispondenza mettendolo in relazione con quanto emerge dalla lettura del Corpus Hermeticum nonché da uno studio sviscerante della Tavola Smeraldina, brano sapienziale inciso su una lastra di smeraldo e tradotto nel XII secolo dall’arabo al latino, pervenutoci anche attraverso il Secretum Secretorum, saggio scritto da uno Pseudo-Aristotele medievale.
Come abbiamo detto, l’ermetismo è stato oggetto d’enorme interesse da parte di occultisti mentre, al netto della sua importanza in termini di documentazione e storiografia, per lungo tempo il suo aspetto contenutistico è rimasto fuori dal dibattito scientifico. È curioso però constatare come, a partire dall’interesse manifestato dal famoso psichiatra Carl Gustav Jung attraverso le sue riflessioni sulla sincronicità, l’interesse per l’ermetismo da parte di certi filoni del mondo accademico pare cresciuto vertiginosamente. Non sono pochi i fisici che vedono il principio della vibrazione ermetico come precursore dei concetti legati alla transizione vibrazionale quantistica e risulta evidente, finanche a seguito di uno studio superficiale, l’eccezionale somiglianza tra il concetto di corrispondenza sviluppato nell’antichità e quello, attualmente oggetto di interesse accademico, dell’entaglement quantistico.
Ma cos’è questa corrispondenza di cui parla Ermete Trismegisto?
Come è sopra, così è sotto e come è sotto, così è sopra.
Come è dentro, così è fuori e come è fuori, così è dentro.
Come nel grande, così nel piccolo e come nel piccolo così nel grande.
estratto dal Kybalion
Il mondo, secondo l’ermetismo, è pervaso da una sorta di dualismo: maschile-femminile, giorno-notte, causa-effetto, spirito (o mente)-materia. Ciò che avviene su un piano ha delle conseguenze sull’altro. Per lungo tempo queste riflessioni hanno dato manforte ai sostenitori dell’astrologia che hanno applicato alla lettera il concetto e ritenuto che ciò che avviene in cielo ha delle conseguenze su ciò che avviene nel mondo. Al netto della legittimità di tale interpretazione, risulta particolarmente interessante l’estensione di questo concetto in relazione al dualismo spirito-materia. Ciò che avviene nel mondo influenza la realtà interiore dell’uomo, e questo risulta piuttosto ovvio. Ma il principio ermetico non si ferma qui e ci racconta che è vero anche il contrario: la nostra realtà interiore influenza il mondo della materia. Il mondo esteriore si presenta (in parte) come uno specchio che riflette la creazione interiore. Questa sorta di dialogo inarrestabile tra macrocosmo e microcosmo sembra quasi manifestarsi come una forma primitiva e assiomatica di idee che oggi la fisica sta, se non confermando, quantomeno prendendo in considerazione: l’entaglement quantistico e il campo magnetico umano. Il primo concetto, noto anche come correlazione quantistica, ci dice che due sistemi fisici possono risultare, in circostanze non riducibili alla meccanica classica, legati tra loro e influenzarsi indipendentemente da una separazione spaziale. Come ben sa chi mastica un minimo di fisica, i campi magnetici s’influenzano vicendevolmente; dunque, perché il campo magnetico che ci circonda dovrebbe fare eccezione? Plausibile pensare che questo campo magnetico sia ciò che gli antichi identificavano come aura? Se guardiamo al discorso attraverso una lente perennalista – parliamo di quella dottrina filosofica che, postulando la ricorrenza di certi temi nelle esperienze sapienziali e di conoscenza a prescindere dall’epoca e dalla cultura, postula l’esistenza di una verità conoscibile attraverso diverse vie, sia di matrice essoterica che esoterica – la risposta non sembra tardare ad arrivare. Diversi studiosi hanno azzardato un parallelo tra questa manifestazione universale e il rapporto tra la geometria e il movimento del cosmo: alla stessa maniera in cui è possibile studiare soli lontani da un osservatorio, così è possibile per l’uomo ragionare sul fuori attraverso uno sguardo al dentro, sull’ignoto attraverso il noto.
Il concetto di legame e di reciproca influenza tra il mondo interiore e quello esteriore formulato da Ermete Trismegisto e le sue idee sulla dualità hanno certamente influenzato – molto più di quanto si voglia ammettere – la storia culturale dell’umanità. Basti pensare alle interpretazioni gnostiche dell’esperienza mondana di Gesù di Nazareth o allo sviluppo dell’alchimia e degli studi scientifici operati da Paracleso e altri e che hanno contribuito alla definizione della cultura rinascimentale europea, fino ad arrivare al concetto di sincronicità elaborato dal succitato Carl Gustav Jung, una delle menti più influenti della storia recente. Gran parte delle idee espresse nel Corpus Hermeticum o nella Tavola Smeraldina confluiscono oggi, proprio in riferimento a quanto detto pocanzi, in movimenti più o meno variegati afferenti quello che molto definiscono con il termine di misticismo quantistico. Per quanto gran parte dei principi ermetici possano essere travisati o interpretati in maniera frettolosa e pseudoscientifica, risulta interessante approfondire le assonanze tra essi e certe idee emergenti in ambito accademico, sia a mo’ di semplice esperimento mentale sia per cercare di comprendere le ragioni per cui, dopo millenni, certe idee che per lungo tempo sono state relegate ai margini oggi sembrano affiorare in maniera prepotente tanto da influenzare, a prescindere dalla loro oggettiva verifica, la riflessione collettiva e la generazione di nuove (o antiche) correnti di pensiero.
a cura di Marco Marra