Annunciazione del Diluvio nel libro etiopico di Enoc

Annunciazione del Diluvio nel libro etiopico di Enoc

Gli scritti che compongono il libro di Enoc sono considerati apocrifi – non accolti nel canone biblico cristiano e masoretico – dell’Antico Testamento, ad eccezione della versione etiopica del libro, considerata canonica dalla Chiesa copta. Questi scritti ci sono pervenuti in antica lingua etiopica e semitica, chiamata ge’ez, e raccontano la vita e l’assunzione in cielo del patriarca antidiluviano Enoc, vissuto trecentosessantacinque anni (Gen. cap. 5, v. 23), discendente di Set, figlio di Iared e Baraka, padre di Matusalemme e Barakil, bisnonno di Noè, e descritto come settimo patriarca dopo Adamo. Nei testi anonimi delle apocalissi apocrife, Enoc è indicato come indovino iniziato dei misteri del cielo e della terra e dei destini futuri. Il brano proposto, tratto dalla versione etiopica del libro, contiene la visione di Enoc del Diluvio imminente.

ANNUNCIAZIONE DEL DILUVIO NEL LIBRO ETIOPICO DI ENOC

In quei giorni Noè vide che la terra si era inclinata e che la sua rovina era vicina. Decise allora di allontanarsi, e giunse sino ai confini della terra e lì gridò al suo avo Enoc per tre volte con voce addolorata: Ascoltami, ascoltami, ascoltami! E ancora gli disse: Dimmi, che cosa è successo alla terra, che appare tanto stanca e sconvolta? Che non debba morire anch’io assieme ad essa! E subito ebbe luogo un forte terremoto, e una voce si fece udire dal cielo, e Noè si piegò sulla faccia. Giunse allora il suo avo Enoc, gli si accostò e gli disse: Perché sei triste e perché mi hai chiamato gridando con voce piangente? Dal cospetto del Signore è sortito un ordine riguardante coloro che abitano la terraferma. Questa sarà la loro fine, perché conoscono tutti i segreti degli angeli e la violenza di Satana, e tutte le potenze segrete e tutta la potenza di coloro che fondono immagini di metallo per tutta la terra. E anche come si estragga l’argento dalla polvere della terra e si ricavi dalla terra il metallo malleabile. Poiché piombo e stagno non si ricavano dalla terra come il primo. C’è una fonte che li genera, e un angelo sta in essa e quest’angelo è superiore. Allora Enoc prese Noè per mano, lo risollevò e gli disse: Va! Ho chiesto al Signore degli spiriti il motivo di questo terremoto. E lui mi ha risposto: A causa della loro ingiustizia è stato decretato questo giudizio definitivo sui peccatori. […] Per loro non è possibile nessuna salvezza, perché gli angeli gli hanno insegnato i segreti, ed essi saranno giudicati. Ma per quanto ti riguarda, figlio mio, il Signore degli spiriti sa che tu sei puro e innocente. Egli ha deciso che il tuo nome sarà eterno tra i santi. Ti salvaguarderà tra gli abitanti della terraferma, ha deciso che i tuoi discendenti domineranno nella giustizia e saranno destinati a una gloria immensa. E dal loro seme sorgerà una fonte innumerevoli di giusti e di santi. […] Poi Enoc mostrò a Noè gli angeli del castigo, coloro che dominano le forze delle acque sotterranee, coloro che porteranno il giudizio e la distruzione sugli abitanti della terraferma. E il Signore degli spiriti diede l’ordine a questi angeli di attendere, di non sollevare le mani. Noè si allontanò da Enoc. […] In quei giorni Noè udì la parola di Dio: Noè, sono qui per giudicare la tua condotta, una condotta senza macchia, una condotta dedita all’amore e alla giustizia. Ora gli angeli erigeranno una costruzione di legno, e quando l’avranno terminata, io porrò su di essa la mia mano e la proteggerò. Ne sorgerà un seme di vita, la terra muterà e non resterà senza uomini. Assegnerò alla tua discendenza una durata eterna, e non coltiverò più il disegno di distruggere gli abitanti della terraferma. La tua discendenza sarà benedetta e si moltiplicherà sulla terra nel nome del Signore.

a cura di Gerardo Spirito

 

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