Equilibrio – racconto di Gloria Marchi

Equilibrio – racconto di Gloria Marchi

Era quella sera del mese, quella che gli abitanti chiamavano la sera del Conclave.
Al villaggio era così definita, pur non sapendo loro, esattamente, cosa avvenisse di fatto nel bel mezzo della foresta, in quelle sere di luna piena intorno a un fuoco.
Si rincorrevano storie in proposito al mercato mattutino, nelle locande e fra gli infanti in piazza, ma solo questo erano: leggende.
Neppure si sapeva chi fossero quelle quattro figure lì incappucciate e riunite.

I primi a raccontarne furono due giovani che, avendo deciso di addentrarsi nel bosco dopo il crepuscolo, persi nel buio in preda al riso e tenendosi per mano, intravidero in lontananza una luce rossastra. Portandosi l’indice alle labbra, il ragazzo fece segno alla compagna di proseguire in silenzio, quasi avesse percepito che l’aria era cambiata. A mano a mano che proseguivano, la luce si fece sempre più intensa e le orecchie iniziarono a percepire strani suoni. Decisi a scoprirne di più, senza però voler svelare la propria presenza, avanzarono accovacciati a terra, attenti a non produrre il minimo rumore. Una volta giunti a una trentina di passi di distanza, la scena che si trovarono di fronte fermò per un istante i loro battiti e li convinse a fare dietrofront. Attorno a un fuoco erano riunite quattro persone incappucciate e coi volti dipinti.
Non appena in villaggio si diffuse quella storia, furono in tanti ad armarsi dopo il crepuscolo, diretti al cuore della foresta.
I primi giorni gli avventurieri rientrarono in paese delusi e, a mano a mano che si susseguivano le notti, sempre più furiosi coi due giovani, figli dei più conosciuti commercianti del villaggio, perché convinti avessero raccontato loro fandonie inutili.
Fu uno solo a non arrendersi: il secondo più anziano del villaggio, di fronte al giuramento dei due circa la veridicità delle loro affermazioni, a ogni crepuscolo si allontanava dalla propria abitazione, senza comunicare le sue intenzioni ad alcuno, per raggiungere quello che, a detta dei due, doveva essere il luogo del ritrovo attorno al fuoco. Si armò di pazienza sino a quando i suoi sforzi non furono appagati.
A distanza di ventinove giorni dall’avvistamento, oramai deciso ad abbandonare quell’impresa, si avventurò nel bosco e, immediatamente, fu cosciente che a differenza dei giorni passati qualcosa di diverso infestava l’aria. Un’aria densa, corposa, che sembrava rallentare i movimenti. Mossi un centinaio di passi, iniziò a scorgere un bagliore e il suo vecchio cuore fece un salto appena percettibile.
Avanzò deciso e sicuro che chiunque fosse riunito attorno a quei tronchi scoppiettanti, l’avrebbe sentito e percepito da lontano. Sapevano sarebbe arrivato.
Quando si ritrovò a sentire il calore del fuoco sul petto, si rese conto di essere decisamente vicino.
Nessuno dei quattro sembrò però curarsi del suo arrivo. Nessun cantico intonato in un qualche idioma sconosciuto. Solo silenzio.
Le quattro figure riunite, da quando erano comparse nel campo visivo dell’anziano, erano sempre rimaste a capo chino e con i volti completamente coperti dal cappuccio. Quelle che indossavano erano vesti di un rosso scuro che sembravano appartenere a – fin troppi – crepuscoli antichi.
L’anziano rimase in religioso silenzio sino a quando la figura che si trovava di fronte a lui alzò adagio il capo nella sua direzione.
Lentamente, gli occhi di lei si posarono dentro quelli di lui.
Il vecchio aprì leggermente le labbra e si percepì incapace di muoversi. Ebbe la sensazione di non abitare più quel corpo vissuto e di avervi fatto ritorno solo quando, sul volto della donna, apparve un sorriso radioso. Non seppe mai spiegarsi perché e come, ma percepì in quei denti bianchi un comando, come volessero dirgli che poteva tornare a governare i propri sensi e che quelli l’avrebbero dovuto condurre altrove.
L’uomo si girò e tornò alla propria abitazione senza riuscire a capire a pieno cosa avesse vissuto.

Grazie a questo secondo incontro, il villaggio tornò a credere alla storia dei due giovani.
I primi tentativi fallirono e gli spedizionieri tornarono a casa con occhi vuoti. Gli abitanti iniziarono a pensare, volendo credere alla duplice visione di quella scena che ancora non erano in grado di interpretare – e che non avrebbero interpretato mai –, che doveva esserci uno schema.
Passarono i mesi e l’unica cosa che riuscirono a capire fu che, quello che avevano iniziato a definire Conclave, si riuniva nelle notti di luna piena.
A differenza dell’anziano fortunato, però, nessuno riuscì ad avvicinarsi per più di una cinquantina di passi, perché non appena i piedi tentavano di coprire quella distanza, il buio inglobava il campo visivo, il fuoco sembrava scomparire e così pure le quattro figure.
Chiesero quindi al vecchio di riprovare, ma lui per tante lune piene rifiutò.
Rifiutò sino a quella sera.
Decise di tornare nel bosco.
Tornare a quel paio di occhi.
Dopo il crepuscolo si avviò verso la foresta senza avvertire nessuno e, quando vide la luce in lontananza, fu certo del fatto che non sarebbe scomparsa.
Cominciò ad avvicinarsi, senza fretta e con ritmo costante, guidato da canti che sembravano provenire da voci femminili, sino a che giunse a una manciata di passi dal fuoco.
Si arrestò nel momento in cui le quattro figure alzarono contemporaneamente gli occhi dal terreno e cessarono il canto.
Si trattava di quattro donne: un’anziana, due giovani e una mezzana, quest’ultima colei che gli aveva sorriso quella prima volta e che, in quell’esatto momento, replicò la cortesia.
L’anziano ricominciò a percepirsi parte di sé e, rinato, sorrise anch’egli rendendosi conto che – pur non riuscendo a spiegarsene la ragione – le sue intuizioni quella mattina si erano rivelate giuste: far ritorno a lei e a loro, gli aveva reso nuovamente abitabile la sua carne.
In possesso della lingua ma comunque incapace di una qualsiasi forma di ringraziamento, l’anziano giunse le mani in segno di preghiera.
Non appena si fu girato, pronto a tornare sui propri passi, percepì una voce alle sue spalle.
“Non andartene. Ti stavamo aspettando”.
Guidato da una forza sconosciuta, si mosse in direzione del fuoco e prese posto accanto all’anziana, seduta di fronte alla mezzana.
“Sai perché sei qui?” chiese la stessa voce.
L’anziano si limitò a scuotere debolmente la testa.
“Hai paura?” chiese ancora la mezzana.
L’anziano replicò il gesto del capo.
L’anziana sentenziò: “Allora possiamo cominciare”.

Per diversi mesi l’anziano tentò invano di ricordare ciò che aveva vissuto nella foresta. Non appena le immagini iniziavano a prendere forma nella sua mente, ecco che si dissolvevano in un battito di ciglia.
Sospettava di ricordare ciò che era successo in quel bosco e di fronte a quel fuoco, che dentro di sé la scena fosse vivida, ma una parte di lui combatteva affinché non emergesse.
Di una sola cosa era convinto e cosciente, seppur non l’avesse mai rivelata a nessuno: quelle quattro donne detenevano le chiavi del mondo e, riunite attorno al fuoco, decidevano le sorti dell’intera umanità.
Non seppe mai spiegarsi come facesse a saperlo e soprattutto perché, quella sera, avessero voluto renderlo partecipe delle loro attività.
Fu solo in punto di morte, dieci lune piene dopo, che riuscì a ricordare.
Vide tutto, all’improvviso, in maniera cristallina e l’attimo dopo il suo cuore smise di battere.
Un segreto che morì insieme al suo corpo.
La sua dipartita non causò scalpore al villaggio, data l’età avanzata. Nessuno si domandò le cause della sua scomparsa.
L’unica questione che gli abitanti presero a porsi, dalla successiva luna piena, fu chi fosse quella quinta figura apparsa attorno al fuoco, convinti di non averla mai vista prima e che, in seguito, non avrebbero veduto mai.
Fu l’ultima volta che il Conclave apparve in quella foresta.

La mezzana vide avvicinarsi l’anziano spogliato dei tormenti terreni e gli sorrise come la prima volta.
Nemmeno in quest’occasione il vecchio ebbe bisogno di spiegazioni, perché seppe immediatamente tutto.
L’anziana parlò poco dopo che lui si fu seduto.
“L’equilibrio è finalmente ripristinato. Ora è momento di pace”.

Gloria Marchi

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